In montagna sono libero by Thomas Huber

In montagna sono libero by Thomas Huber

autore:Thomas Huber [Huber, Thomas]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2023-04-26T22:00:00+00:00


Exit17

Svizzera. Fine luglio 2005. Mi trovo sullo spigolo esattamente sopra l’abisso. Il mio corpo trema dalla paura. Sotto di me c’è un mare di roccia verticale, screziato di giallo, profondo circa quattrocento metri. «Yellow Ocean» si chiama la variante per il salto da questo punto. Tanto spaventosa è la vista sottostante, quanto è paradisiaca e meravigliosa quella da quassù, su questo panorama pazzesco. È quasi come un dipinto, uno che il pittore romantico Caspar David Friedrich non avrebbe potuto eseguire meglio. A destra e a sinistra, si levano pareti ripidissime da un dolce fondovalle verdeggiante. Di fronte, l’acqua di una cascata precipita per trecento metri, in tante fontanelle selvagge che vengono sollevate dal vento. Sono le cascate dello Staubbach, in Svizzera. Sotto di esse, il paesino romantico e pittoresco di Lauterbrunnen. Più in alto nella valle, dei piccoli alpeggi, masi, e in fondo la Jungfrau ghiacciata che risplende di bianco. Un quattromila dell’Oberland bernese. Sarebbe lo scenario ideale per un film eroico, diretto da Luis Trenker.

L’unico che non è eroico in tutto questo sono io e a dirla tutta, me la sto facendo addosso. Ulli, il mio mentore, è alle mie spalle e cerca di calmare la mia tensione con parole rilassanti.

«Prenditi il tuo tempo, Thomas. Respira a fondo!»

Sento il mio cuore pulsare in ogni poro della mia pelle. Le ginocchia tremano dalla tensione perché so che se faccio un passo e canno qualcosa, ho chiuso col rock’n’roll e con la mia vita selvaggia, ribelle e incredibilmente cool.

Ne ho veramente bisogno? Non è sufficiente essere, esistere? Devo proprio fare di tutto per piacere agli altri, per essere un eroe, per non deludere Dean? Questo mondo è troppo bello, questa valle del Lauterbrunnen, la mia terra, la mia famiglia, i miei amici. Devo veramente rischiare tutto perché penso di dover assolutamente compiere il passo successivo? Chi dice che devo?

Ulli percepisce quanto sia nervoso, ma mantiene comunque il sangue freddo e cerca di farmi forza con parole di tranquillità, senza tentare di convincermi a fare il prossimo passo.

«Sei tu, Thomas, che sai quello che è giusto fare. Fino adesso hai avuto sempre tutto sotto controllo e hai fatto sempre bene. Fai ancora un respiro profondo e vedrai che il battito rallenterà. E poi, se ti senti pronto, fai tutto come abbiamo detto. Cerca la stabilità e poi tira nel giro di cinque, sei secondi.»

Ulli ha ragione. Ci siamo preparati meticolosamente a questo momento.

Dopo essere tornato a casa dalla Patagonia con la pazza idea di Dean di raggiungere col base-jumping una nuova dimensione dell’alpinismo, mi sono messo subito all’opera. Inutile dire che la mia famiglia non fosse proprio entusiasta. Ma è a questo punto che mi si è scatenato quel tratto del mio carattere che le persone che mi stanno attorno trovano snervante e problematico: quando mi metto in testa qualcosa non mollo più, fino alla fine, senza compromessi. In quei momenti, non sono più guidato dalla ragione ma mi trasformo in un bambino capriccioso che si batte in ogni modo per avere quello che vuole anche se può essere qualcosa con cui ci si può far male.



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